Questa teoria nasce da una serie di ovvie osservazioni che sono puoi state tradotte in ovvi teoremi che hanno portato alla definizione della funzione "Ovvietà".
Un insieme di cose ovvie può non essere ovvio. (Teorema della non conservazione dell'ovvio)
Un insieme di cose complicate è complicato. (Teorema della conservazione delle complicazioni)
Quando una cosa è spiegata, all'aumentare del tempo trascorso, l'ovvietà diminuisce diventando complicata. (Teorema dell'evoluzione dell'ovvietà)
L'Ovvieta viene dunque definita come segue.
L'Ovvietà è una caratteristica propria di ogni cosa ed indica la possibilità di comprensione della cosa, nei suoi più intimi significati e nelle sue implicazioni, senza alcuno sforzo da parte dell'intelletto.Successivamente, ovvi esperimenti hanno ovviamente portato alla formulazione analitica della legge che governa la funzione "Ovvietà".
Tale legge risulta dunque essere:
Ovv = -(t^2)/a+bt+c
Dove:
- a è indice di quanto lento sia il decadimento dell'ovvietà
- b indica il tempo di spiegazione della cosa ovvia
- c è l'ovvietà di base della cosa
- t è il tempo.
Si noti come esista un t particolare che chiameremo Tc per il quale l'ovvietà va a 0.In istanti di tempo successimo a questo Tc la funzione si sposti verso l'ovvietà negativa, ossia verso la complicanza.
Questo ci porta a definire:
Complicanza = -Ovvietà
Questa trattazione non mira ad esaurire l'argomento ma, al contrario, vuole servire da base per più approfondite ricerche e studi in campo accademico e non solo.
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