I proiettili schizzavano tra le loro teste. Anche il loro generale stava schizzando, aiutato da una ragazzina che dall'inciviltà e dalle barbarie, a suo dire, era stata salvata.
«Si salvi chi può!» gridavano.
I nemici scappavano, filavano via. Anche Berta filava. Filava l'amianto del vestito del santo che andava sul rogo.
Di quei roghi generati dal napalm di prima mattina.
«Ah che buon odore!» dicevano.
Non era il momento di gingillarsi e trastullarsi come stava facendo il loro generale.
La situazione era ostica.Ustica, una strage.
«Ustia!, qui ci lasciamo le penne!» pensavano.
Già, le loro penne. Quelle con le quali avevano firmato la domanda di arruolamento. Penne come quella che il generale usò per firmare i dispacci in cui comunicava la loro caduta, a terra, per sempre.
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