Un viaggio programmato e atteso da tempo. All'improvviso eccolo qua.
Quattro monete diverse, cinque paesi e sei città, per un totale di circa 4000 Km.
31/07-03/08 Prima tappa: Praga.
Proviamo a compiere metamorfosi,
nemmeno fossimo Kafka, per cercare riparo dalle inculate. Inculate
praghesi studiate a tavolino e servite al tavolo, da pranzo.
Per evitare inculate cerchiamo su
internet informazioni sui locali e troviamo una lista di locali per
inculare. Scopriamo gnoccatravel.com.
Troviamo riparo nel vicolo degli
alchimisti, i nerd del medioevo.
Prima di andare via salutiamo Tycho Brahe, quanto meno per il culo che si è fatto.
03/08-05/08 Seconda tappa: Bratislava.
Terra di casermoni post comunisti e di
sloVacche. E visto che di sloVacche si tratta decidiamo di consultare
Gnocca Travel. Scopriamo che lo slovacco è di natura mansueta, ma
guai a toccargli la sua sloVacca.
In geometria il centro è un punto. Mai
definizione fu più azzeccata per un centro storico. Minuscolo,
carino, risistemato di recente, ma minuscolo. Non ci stanno neppure
tutte le ambasciate. Probabilmente una tra le ultime scelte per chi
aspira a fare l'ambasciatore.
Per il resto: architettura sovietica
imperat.
05/08-08/08 Terza tappa: Budapest.
Dopo aver cercato inutilmente di
evitare di passare per Italiani ci rinunciamo. Iniziamo a comportarci
da tamarri. «Minchia oh! Tamarri seri, zio! Figa.»
Dopo Bratislava e i suoi palazzoni
eravamo vogliosi, assetati di scoprire Budapest.
Con la sagacia che ci ha accompagnato
anche alle visite in collina ai castelli di Bratislava e Praga
scegliamo la giornata più assolata in assoluto anche per il castello
di Budapest. Eravamo assetati.
Beviamo birra perché, anche qui, costa meno dell'acqua.
08/08-10/08 Quarta tappa: Zagabria.
Con la media di un litro di birra al giorno pro capite arriviamo a Zagabria. Quanto meno qui la birra costa come l'acqua. Prezzi modici, per tutto. Proprio per tutto, come conferma anche Gnoccatravel. Scopriamo Pan Pek e che i croati non sono niente male a fare la pizza. Scopriamo che Zagabria è piccola, ma molto carina. Raramente sentiamo parlare in italiano. Finalmente.
Ci sediamo in un bar e tifiamo Dinamo Zagreb bevendo birra. All'acqua non basta pareggiare. Perde come gli avversari della Dinamo.
L'acqua ha il vantaggio di poter essere trasportata. A mezzanotte cerchiamo bottiglie da portare in treno, di notte. Un treno notte con le cuccette.
11/08-12/08 Quinta tappa: Spalato.
Parola d'ordine: cibo take away.
Viette strette dense di baracchini di cibo: patatine, pollo, insalate, gelati, kebab. Tutto rigorosamente d'asporto, mordi e fuggi. Come la nostra visita, una notte sola. Vaghiamo per i dedali quando ad un certo punto si para davanti a noi, alto, maestoso, diroccato, con i panni stesi, il palazzo di Diocleziano. Ce lo gustiamo bevendo un mojito, "to go", rigorosamente. Una notte passata a vagare per i dedali e a prenotare il pullman per la tappa successiva.
12/08-20/08 Sesta tappa: Dubrovnik.
Se fino ad ora avevamo visitato i castelli, questa volta, nel castello, avevamo la casa. Dopo 4 ore di pullman e dopo aver attraversato la Bosnia Herzegovina arriviamo a Dubrovnik.
Una cittadina fatta a saliscendi e a scale, a tante scale, come tutte le città di mare in Croazia.
Deve essere stato un croato a coniare il detto: "La vita è fatta a scale".
Sul fondo delle scale ci sono le spiagge e in cima alle scale c'è la meta delle nostre serate, il Revelin.
A metà della scalinata c'è lo Stradun, il croato è un po' un milanese, e in una traversa la nostra casa.
Sotto casa c'è una pasticceria e noi siamo degli afficionados delle sue torte.
Purtroppo, mattina dopo mattina, fetta di torta dopo fetta di torta arriva il momento di ripartire.
Torniamo a casa, felici contenti e scottati. Chi più chi meno.