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3 giugno 2012

Nobody expects earthquakes

Un altro terremoto, inaspettato. Inaspettato come l'inquisizione spagnola.
Un altro terremoto, è il modo che ha la Terra di dirci che è viva. Un po' come un San Bernardo che ti salta addosso quando torni a casa. Non sempre fa piacere. Sappiamo che ci sei, che vivi, non c'è bisogno di farcelo sapere sempre.
Un altro terremoto e io non l'ho sentito, un'altra volta. È un chiaro segnale da parte della "Selezione Naturale".
In natura sopravvive solo il più forte o chi scappa dal più forte e io non posso essere più forte di un terremoto, ma nemmeno mi accorgo della presenza del più forte.
Ebbene io accetto la sfida cara "Selezione Naturale", mi creo un sismografo casalingo. Prendo una penna, sufficientemente pesante e l'appendo per mezzo di un elastico alla mensola. Siccome faccio le cose per bene segno anche a matita delle tacche come riferimento.
Rimarrebbe comunque il piano B, passare la vita svincolato da terra, in volo. Cazzo sto studiando a fare, perché non ci ho pensato prima?
La mia arma sarà il rifornimento in volo. Il rifornimento in volo e delle ridondanze per diminuire la manutenzione a terra. Le mie due armi saranno il rifornimento in volo, delle ridondanze per diminuire la manutenzione a terra e un aeroporto costruito nel nulla. Le mie tre armi saranno il rifornimento in volo, delle ridondanze per diminuire la manutenzione a terra, un aeroporto costruito nel nulla e una completa devozione agli smorzatori. Le mie quattro armi saranno.... Rifacciamo.


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